Il comune prende il nome dell'abitato intorno all'antica Pieve, unito in passato alla vicina città di Cento.
Pieve di Cento, una volta conosciuta come "piccola Bologna" per i suoi lunghi portici, ha mantenuto ben leggibile l'impianto urbanistico del "castrum" romano, con l'aggiunta della pieve del IX sec., poi della città medievale e quindi rinascimentale e barocca. La sua posizione strategica ne ha fatto fin dalle origini un punto di riferimento avanzato del Vescovado e del Comune di Bologna, che non mancò di entrare nelle mire degli Estensi di Ferrara. Di qui la costruzione di edifici difensivi come la Rocca del 1387 progettata da Antonio di Vincenzo, l'architetto di San Petronio a Bologna, e le quattro porte di accesso al paese, nel Trecento ricostruite in muratura.
La storia di Pieve è indissolubilmente legata a quella della gemella città di Cento, appena un salto oltre il Reno.
È il 1185 quando il Vescovo di Bologna allarga la sua giurisdizione su queste terre, ancora dominate dalle acque. Sono gli anni delle prime bonifiche e dell'introduzione dell'enfiteusi, istituto che prevedeva l'assegnazione di terre in cambio della loro colonizzazione. Si arriva così nel 1253 alla nascita delle Partecipanze agrarie, ancora oggi esistenti e attive. Col venir meno dell'autorità vescovile le terre sono passate ai Centopievesi, con il compito di ridistribuirle tra le famiglie partecipanti, con rotazioni ventennali. Del 1460 è la ristrutturazione della Partecipanza di Pieve, così come funziona tuttora.
A suggellare materialmente la separazione tra le due cittadine fu la disastrosa rotta del Reno del 1459, che modificò il corso del fiume spostandolo da ovest a est di Cento. Nel 1502, intanto, il centopievese entrò nell'orbita ferrarese, portato in dote da Lucrezia Borgia al Duca d'Este. Il territorio, tuttavia, ha continuato a mantenere una sua identità autonoma, storicamente legata a Bologna. A questo si deve la decisione di Pieve di tornare nel 1929 sotto Bologna.
Oltre che dal Reno, le due città sono unite dall'arte nel nome di Guercino.
Il Palazzo Comunale (secc. XVII-XVIII) ospita l'antico Archivio Notarile e il Teatro Zeppilli, i cui ridotti ospitano un piccolo Museo della Musica, con testimonianze della vita di Alice Zeppilli, nonché documenti e strumenti musicali provenienti dalla Scuola di Liuteria.
Tre sono i Musei pievesi che offrono la possibilità di compiere un viaggio nell'arte e nella storia del territorio e non solo, dal Medioevo alle ultime generazioni dell'arte contemporanea. La Pinacoteca Civica, recentemente trasferita nel nuovo polo culturale Le Scuole, il Museo delle Storie di Pieve e il Museo MAGI '900. L'Oratorio della Santissima Trinità (secc. XVI-XVII) e l'annessa Chiesa sono considerati tra i capolavori d'arte della provincia bolognese.
L'oratorio contiene una pala d'altare di Lucio Massari e uno straordinario ciclo di affreschi di Lionello Spada e Francesco Brizio, dipinti tra il 1612 e il 1615. Di grande pregio anche il coro ligneo intarsiato e intagliato, sempre seicentesco.
Dal novembre 2019 Pieve di Cento è stata premiata con la Bandiera Arancione, il prestigioso riconoscimento del Touring Club Italiano per i piccoli borghi italiani eccellenti. Si tratta della prima località certificata nell'intera area metropolitana di Bologna.
Guida della provincia di Bologna - Itinerari di vallata
Auto
Autobus
Dall'Autostazione di Bologna, con l'azienda di trasporto pubblico TPER (per fermate, orari e tariffe visita il sito Tper):
Treno
Dalla Stazione Centrale di Bologna (per fermate, orari e tariffe visita il sito Trenitalia): Linea Bologna-Ferrara-Venezia fermata S.Pietro in Casale, poi proseguire con la corriera 455 o 456 direzione Cento.
Aereo
Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna (distanza km. 20)
Con Marconi Express - people mover collegamenti ogni 7 minuti, dalle 5:40 alle 24, verso la Stazione centrale di Bologna
(Aeroporto - Lazzaretto - Stazione centrale in 7 minuti)
URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Pieve di Cento
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