Un lungo portico barocco, semplice ma armonioso, porta al complesso di San Francesco, dove si trovano l’ex-chiesa e il convento francescano, il secondo più antico fondato nel territorio bolognese dopo quello cittadino.
L’imponente edificio della chiesa, completamente ricostruita nel Settecento, ha subito una serie di vicissitudini storiche sfortunate. Alla prima spoliazione napoleonica, con la scomparsa misteriosa di una tela del Guercino dedicata a S. Francesco, e al ritorno dei frati che faticosamente riassestano la chiesa, fa seguito il definitivo esproprio di tutto il complesso da parte del nuovo regno d’Italia. La chiesa viene trasformata prima in caserma militare e poi in deposito comunale e sede dei pompieri con abbattimenti e passaggi di servizio.
Oggi l’ampia navata, restaurata senza cancellare i segni dei tempi, è un contenitore polivalente, dove capitelli corinzi, segni francescani e brani di parete dai delicati colori settecenteschi convivono con le cappelle svuotate, i fori e il fascino dei saggi archeologici che ci portano indietro nel tempo a leggere i pavimenti delle varie epoche.
Anche il convento con il bel chiostro dalle evidenti tracce quattrocentesche cambia destinazione ma si trasforma, più congruamente, in scuole comunali di vario livello. Dopo il terremoto e la ristrutturazione, il convento è oggi sede museale di “Fisica Experience”, un’esposizione dinamica e ricca di esperienze interattive per far comprendere in modo semplice ed efficace i fenomeni della fisica ai visitatori di tutte le età.
L'Ultima Cena del Refettorio
Una vera sorpresa è apparsa negli anni Novanta nell’antico refettorio di San Francesco.
Nell’aprire un passaggio, i muratori si arrestano di fronte a piccoli frammenti colorati che spiccano tra le macerie e dietro un muro di “ringuscio” ricompare un affresco raffigurante l’Ultima Cena. È un’opera vasta, lunga circa 6 metri, di stile veneto, a tutt’oggi non documentata da fonti scritte, dove ai lati compaiono anche iscrizioni e motti francescani.
Nella parte centrale gli apostoli attorniano Gesù seduti a una tavola semplice ed elegante, coperta di lini e apparecchiata con piatti di maiolica bianca, con pane e vino e sul pavimento, accanto a Giuda, un curioso mastello colmo d’acqua per sciacquare le stoviglie.
Determinante per la datazione tardo cinquecentesca dell’affresco è stata l’elegante e raffinata brocca in primo piano dove, oltre ai simboli francescani, è dipinto uno stemma con un drago alato ed artigli alle zampe che lo sostengono. Le ricerche riconducono l’insegna araldica alla famiglia Borghese, in particolare al cardinale Camillo Borghese, futuro papa Paolo V, che tra il 1588 e il 1591 fu vicelegato a Bologna.
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Complesso conventuale di San Francesco
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40017 San Giovanni in Persiceto
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