Il Canale Emiliano-Romagnolo (CER) di Galliera, realizzato nella seconda metà del Novecento, è l’ultima grande opera idraulica nella millenaria storia del governo delle acque della pianura.
Il canale serve a condurre a scopo irriguo le acque del Po fino alla Romagna e si riconosce subito dagli altri canali sia per il verso contrario della corrente delle sue acque, sia per gli argini cementati.
La prima intuizione dell’opera risale al 1620, quando l’abate Tirelli da Reggio Emilia propone al duca Cesare d’Este un “progetto d’estrarre acqua dal Po sopra Piacenza per irrigarne la provincia e quelle di Parma, Reggio, Modena e Bologna”.
Si deve all’ingegnere bolognese Annibale Certani il primo progetto organico, presentato nel 1863 e presto accantonato per motivi politici. L’idea comincia a concretizzarsi solo molto tempo più tardi, anche grazie all’impegno dell’ing. Mario Giandotti, commissario del Consorzio di bonifica per il canale, istituito nel 1939.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale blocca di nuovo il progetto, che nel 1947 trova la sua veste definitiva coniugando le esigenze della difesa dalle piene del Reno a quelle dell’irrigazione della pianura bolognese e romagnola, e spostando definitivamente il punto di derivazione dal Po a Bondeno, sul confine fra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. L’avvio effettivo dei lavori scatta nel 1955.
Oggi il CER è un sistema idrico complesso, che, mantenendo l’irrigazione come missione primaria, serve anche a usi civili, ambientali e turistici.
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