Una collezione privata dedicata alla storia e agli attrezzi della coltura della patata, il prodotto che nella varietà locale "Primura" ha ottenuto il riconoscimento "Patata di Bologna DOP". Si parte dall'ingresso in Europa della solanacea per arrivare fino alla sua completa diffusione agricola e al suo utilizzo in ambito alimentare.
Avversata per oltre un secolo come frutto del diavolo in quanto sviluppata sotto terra e coltivata dai re di Francia per i suoi fiori, nel 1657 è presente nell'orto botanico dell'Università di Bologna dove il botanico Giacinto Ambrosiani la descrive come pianta medicamentosa ma non ancora alimentare. E' solo nella seconda metà del '700 che Pietro Maria Bignami, agronomo e proprietario terriero, chiede di diffondere la coltura della patata a scopo alimentare attraverso l'Assonteria dell'Abbondanza (struttura dell'allora governo di Bologna).
Gli agricoltori bolognesi si convincono a coltivare il tubero in seguito al passaggio delle truppe napoleoniche per sfamare chi, senza troppi complimenti, si affaccia alle loro dimore per prendere il cibo che trova. E', infine, il cardinale Carlo Opizzoni (1769-1855) a promuovere e diffondere la coltura in tutta la provincia di Bologna. Qui si afferma la varietà "Primura", promossa e tutelata come patata di Bologna dall'omonimo Consorzio nato nel 2002.
La collezione del museo di Budrio comprende tre sezioni: le macchine pianta-patate e scava-patate, gli attrezzi per la raccolta, gli irrigatori.
Mappa
Museo della patata, prodotto tipico bolognese
Via Zenzalino Nord 100
40054 Budrio
Telefono: 051 6053391
Email: info@ce-pa.it
Interessi
- Enogastronomia
Approfondimenti
Museo di proprietà privata. Visitabile solo su richiesta
Per info e prenotazioni: contattare Centro di Documentazione per la Patata (Cepa) - via Tosarelli, 155 - Villanova di Castenaso (9-13 e 14-17)
- Tel. 051 6053391
- info@ce-pa.it
- www.ce-pa.it