A Sant'Agata Bolognese, alcuni decenni fa, esisteva un negozietto con annesso forno, dove si poteva acquistare, oltre al pane, la Ciambella di Sant'Agata.
Si trattava di una semplice ciambella casereccia, diventata famosa grazie alla citazione in un ricettario di torte, ciambelle e panettoni della collana "Ricette di Petronilla".
Pubblicato nel 1957, si leggeva della ''Ciambella di Sant'Agata'' e del forno esistente nell'omonimo Comune. La ricetta era uguale a quella che da tempo si usava preparare nelle case del luogo: il dolce veniva chiamato semplicemente ''la brazadèla tèndra'', la ciambella tenera, per distinguerlo dalla ''brazadèla dura'', la ciambella dura, preparata con gli stessi ingredienti, ma con proporzioni e lavorazione differenti.
Poche persone, oggi, la conoscono come Ciambella di Sant'Agata; di solito viene chiamata "ciambella dei 3-3-3-1-1", per designarne le quantità necessarie per la preparazione.
Solitamente è possibile assaggiare la Ciambella di Sant'Agata nella sua versione locale in occasione della festa patronale del paese, la Festa di Sant'Agata, che si tiene il 5 febbraio.
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- Enogastronomia