Nella campagna bolognese sono spesso ben visibili le tracce dell'antica "centuriazione": il sistema con cui i Romani organizzavano il territorio agricolo, caratterizzato dalla regolare disposizione - secondo un reticolo ortogonale - di strade, canali e appezzamenti.
A San Pietro in Casale c'è via Setti, una strada tra le poche che mantengono chiaro il segno di centuriazione romana tra quelle risparmiate dalle rovinose piene del Reno. Si tratta della strada comunale che collega le frazioni di Maccaretolo e Tombe di San Pietro in Casale.
I Romani, conquistata Bologna ai Galli Boi, si impegnarono in imponenti opere di bonifica per mettere a coltura ampi settori delle paludi tipiche del primitivo paesaggio padano.
La pianura fu così suddivisa secondo una rigida geometria costituita da un reticolo di strade e canali, che gli agrimensori romani realizzarono in pochi anni. Grandi quadrati di 710 metri di lato (circa 50 ettari), a loro volta frazionati in 100 appezzamenti uguali, segnavano, e in parte segnano ancora, la campagna.
Ogni centuria era fiancheggiata da strade (limites), che si incrociavano ortogonalmente. Agli incroci erano posti cippi con immagini pagane, proprio dove oggi in molti casi si trovano edicole votive cristiane. La centuriazione aveva molteplici funzioni, dal governo delle acque a scopi irrigui alla divisione dei campi in poderi.
Da allora l'appoderamento è rimasto una caratteristica tipica della campagna bolognese e in età moderna ha trovato nella conduzione a mezzadria il modo di produzione ad esso più congeniale, nonché assolutamente predominante.
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