Archeologo (Bologna, 15 ottobre 1810-25 giugno 1887), Gozzadini lega indissolubilmente il suo nome alla scoperta della necropoli di Villanova, entrata a far parte di diritto della storia archeologica nazionale ed europea.
Nel maggio del 1853, in seguito a un ritrovamento fortuito, Gozzadini dà inizio ad uno scavo nel podere Camposanto, alle spalle della Chiesa di Santa Maria delle Caselle, in località Villanova di Castenaso, portando alla luce una cultura sino ad allora sconosciuta in Italia. In due successive campagne di ricerca scopre circa duecento tombe a cremazione e a inumazione. Ispirandosi alla sua tenuta di campagna, il conte decide di dare al nuovo aspetto culturale il nome di Villanoviano, anche per superare alcuni problemi burocratici insorti con il Priore di San Lazzaro che aveva giurisdizione sull’area.
Due monografie, pubblicate nel 1854 e nel 1856, e il dibattito scientifico nel corso del V Congresso Internazionale di Antropologia e archeologia preistoriche, informano la nazione e l’Europa intera dell’importante scoperta, che contribuisce in modo determinante a mettere luce sulle fasi più remote della storia dell’uomo.
"Allo studioso - si legge nella pubblicazione edita dal Muv Museo della civiltà villanoviana di Villanova di Castenaso - vanno attribuiti non solo il merito di aver portato alla celebrità il nome di Villanova nel mondo, ma anche la lungimiranza di aver reso immediatamente note le sue ricerche attraverso accurate pubblicazioni scientifiche e la non comune intuizione di riferire le inedite testimonianze sugli Etruschi, assumendo una posizione non sempre condivisa dagli studiosi suoi contemporanei".
A sostenere e affincare l'archeologo è la moglie Maria Teresa dei Serégo Alighieri, detta Nina (Verona 8 dicembre 1812 – Bologna 24 settembre 1881). Nina è al fianco di Giovanni quando hanno inizio le prime ricerche nel celebre sepolcreto, nella tenuta di Villanova. E' lei che esegue disegni delle tombe via via riportate in luce e degli oggetti di corredo, si occupa della ricomposizione dei reperti frammentati, escogitando talora brillanti soluzioni per la comprensione di alcuni manufatti, assiste il marito nella preparazione delle pubblicazioni scientifiche. L’amore di Nina per l’archeologia deriva dall’educazione materna.
La brillante madre, la vicentina Anna da Schio, donna esuberante e di idee illuminate, amica di intellettuali illustri come Vincenzo Monti e Ippolito Pindemonte, coltivava fra i suoi interessi proprio la passione per i fossili e le antichità in genere. Nina respira sin dall’infanzia quest’aria culturale e dalla giovinezza in poi si nutre della familiarità con insigni studiosi come il conterraneo Abramo Massalongo, una delle massime autorità nel campo della fitopaleontologia, e il grande geologo Giovanni Capellini, trapiantato all’Università di Bologna.
Nina muore il 24 settembre 1881, alla vigilia dell'inaugurazione del Museo Civico Archeologico, per la quale il marito doveva tenere l'orazione inaugurale, e dell'apertura del Congresso Geologico Internazionale.
Sito/minisito/altro: http://www.comune.castenaso.bo.it/news/gozzadini-1810-1887-nel-bicentenario-della-nascita
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