Letteralmente significa "reggitrice" e sta ad indicare colei che regge la famiglia contadina di tipo mezzadrile, in passato molto diffusa nella pianura bolognese.
L'arzdoura, (o sdoura), era la figura femminile di riferimento al centro della casa contadina. Un mazzo di chiavi legato in cintura denotava il fatto che fosse proprio lei ad avere in mano le chiavi, sia della cucina sia dell'amministrazione casalinga.
L'arzdoura faceva le faccende domestiche e le supervisionava, aveva cura degli animali da cortile, tesseva la canapa e filava la lana per confezionare il vestiario. Da lei dipendevano tutte le donne della famiglia, figlie e nuore che l'aiutavano nelle attività in casa e in alcuni lavori nei campi, come mietere, lavare la canapa nei maceri, raccogliere le foglie degli alberi per il bestiame, allevare i bachi da seta, vendemmiare e pestare l'uva nel tino con i piedi.
Se con il passar del tempo il termine ha finito per indicare in genere la massaia, è rimasta però la connotazione un po' speciale che lo caratterizza: schietta, energica, sempre affaccendata, in grado di mettere a tavola un reggimento e di tenere banco su come la sua ricetta del ragù e del ripieno dei tortellini fossero quelle autentiche.
Tra giugno e luglio Altedo, frazione a 7 km da Malalbergo, rende omaggio a questa figura con la Sagra dell'Arzdoura. E lo fa nel modo più classico, ovvero allestendo stand gastronomici dove gustare i piatti tipici della tradizione bolognese, quelli che l'arzdoura di un tempo avrà sicuramente preparato mille volte con le sue sapienti mani. Quindi tortellini, tortelloni, tagliatelle, ragù, friggione, salsiccia sono solo alcuni dei protagonisti del ricco menu proposto per la sagra.
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