Il nome ricorda la copiosità del grano che cresceva in questo fertile territorio.
Granarolo dell'Emilia nasce come borgo agricolo alle porte di Bologna e per secoli è stato vero e proprio granaio della città. Le perduranti tracce della centuriazione romana sono ancora oggi la testimonianza più evidente della vocazione agricola del territorio, frequentato fin dall'antichità in virtù della sua collocazione sulla via di transito per il Ferrarese e il porto di Spina.
Tradizione vuole che qui abbia avuto origine la stirpe dei Bentivoglio, Signori di Bologna tra il '400 e il '500. Si narra che il capostipite della nobile famiglia sia nato a Viadagola il 4 maggio del 1252, dall'unione di una bella contadina del luogo e Re Enzo di Svevia, prigioniero dei Bolognesi.
A Granarolo è da vedere la chiesa di San Vitale, ricostruita nel 1682, che conserva un San Girolamo attribuito al Guercino. Vicino alla chiesa si trova la residenza di campagna (recentemente ricostruita) dell'esploratore ravennate Pellegrino Matteucci, il primo ad attraversare il continente africano dal Mar Rosso al Golfo di Guinea.
Sempre nel capoluogo, Villa Bassi, detta del Marchesino, attualmente ospita eventi.
Anche nei dintorni sono fiorite nel corso del XVIII secolo numerose ville di notevole interesse architettonico, tra cui si segnalano Villa Amelia, in località Fibbia, con sale decorate da tempere del XVII secolo e nota per la "conserva", e Villa Mareschi, in località Lovoleto, caratterizzata dal doppio filare di querce secolari, lungo circa 1 Km, che orna il principale viale d'accesso alla villa.
Gli attuali edifici delle cinque chiese parrocchiali, una per ogni frazione del Comune, risalgono ai secoli XVIII-XIX. Forse la più notevole per stile e affreschi è la chiesa di San Mamante a Lovoleto.
Oltre alle chiese, il territorio è caratterizzato dai tipici oratori di campagna. I più importanti sono nel capoluogo, a Lovoleto e a Cadriano.